Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 278 del 21 gennaio 2014, si pronuncia sui ricorsi amministrativi dell'ex presidente del Cndcec, Siciliotti, e altri candidati della lista “Vivere la professione”, contro il ministero della Giustizia e, dunque, contro Longobardi, leader della lista “Insieme per la professione” (quella del dottor Sganga, il cui trasferimento ad Aosta ha dato il via alla vicenda).
E dà ragione al Ministero che, per non lasciare in piedi attività prodotte e gestite da quel Consiglio che si era deciso di sciogliere, “non ha annullato le elezioni ma revocato il decreto di convocazione dei consigli locali per l'elezione del Consiglio nazionale e lo ha fatto prima che gli esiti elettorali fossero proclamati”.
Si ricorda che il ricorso era contro lo scioglimento del Consiglio Nazionale, la nomina del Commissario straordinario e la fissazione della data di nuove elezioni al 20 febbraio 2013, operata dal Ministero.
Nella sentenza si evidenziano tre violazioni da parte dei dottori commercialisti: il trasferimento fittizio e strumentale del dottor Sganga, ma, soprattutto, l'adozione ed esecuzione della modifica regolamentare in assenza dell'approvazione del ministero, nonché l'omessa vigilanza sulle dimissioni dei presidenti di consigli territoriali dell'Ordine, che avrebbero dovuto condurre al relativo immediato commissariamento degli organi collegiali prima delle elezioni.
La parola passa al ministero della Giustizia, che dovrà decidere se andrà bene la procedura elettorale stabilita per il 20 febbraio 2013 o far ripartire da zero l'iter di voto.